Gestione dell'alunno DSA in classe: indicazioni per insegnanti

I disturbi specifici dell'apprendimento (DSA) sono una vera e propria sfida per la scuola italiana e gli insegnanti non possono tirarsi indietro. I DSA riguardano circa il 3-5% della popolazione, percentuale che in alcuni studi sembrerebbe anche crescere.

Gli interventi didattici e le metodologie di insegnamento dovrebbero essere rivalutate in vista della presenza di uno (o più!) studenti con DSA in classe. Per via dell'eterogeneità delle caratteristiche degli studenti è pressoché impossibile fornire uno stile didattico unico e sempre valido. Ci sono però alcune strategie e accortezze che un'insegnante potrebbe provare a sperimentare per lavorare al meglio (e con più soddisfazione) con le difficoltà di apprendimento. Inoltre, utilizzare una didattica inclusiva e flessibile non solo migliora la qualità di vita dei ragazzi con difficoltà specifiche, ma i benefici si propagano a tutta la classe!

In generale, prima di tutto, un docente dovrebbe sapere qual è il suo stile di insegnamento: come insegna, che metodi predilige e perché, sue potenzialità e limiti. Conoscere questi aspetti è molto importante poiché avere un repertorio di strategie ricco e flessibile incrementa il ventaglio di opzioni a disposizione e quindi permette di avere una maggiore probabilità di successo didattico. Tante meno saranno le strategie didattiche conosciute, tanto più alto sarà il rischio di non riuscire ad andare incontro alle necessità dello studente. Importante dunque sottolineare che i docenti dovrebbero aggiornarsi costantemente sulle novità in campo didattico e psicosociale in modo da essere sempre al passo.

Un altro aspetto centrale per favorire il benessere e l'inclusione di tutti gli studenti è creare un contesto di classe positivo e strutturato. Ogni alunno andrebbe rispettato con le sue peculiarità ed è importante avere una routine rendendo l'ambiente ordinato e prevedibile per tutti. Soprattutto in caso di DSA, potrebbe essere utile tutelare il più possibile lo studente sia in termini di privacy (la diagnosi in classe non dovrebbe essere diffusa, perché dato sensibile) sia in termini di accoglienza, ad esempio normalizzando l'uso degli strumenti compensativi e dispensativi in classe.

Ultimo, ma non meno importante, sarebbe utile predisporre dei momenti di potenziamento per lo studente con maggiori difficoltà utilizzando non solo delle schede o materiale apposito, ma anche dei giochi didattici individuali o di gruppo. Queste attività sono utili per tutti: gli studenti più bravi magari messi in squadra con studenti meno bravi possono sostenerli e aiutali (creando una condizione di peer tutoring), si divertono tutti e tutti ripassano. 

Come anticipato, queste sono strategie generali. Nel caso in cui si avessero dei dubbi su come gestire una particolare situazione, raffrontarsi con un esperto di riferimento può potenziare ulteriormente i benefici del lavoro in classe e il benessere,  non solo dello studente, ma anche dell'insegnante.

Sono Elisa Brucoli, psicologa e tutor dell'apprendimento.

Nel mio lavoro aiuto i genitori, gli insegnanti e i ragazzi a vivere al meglio lo studio e la scuola, sostenendoli nella ricerca di strategie efficaci e di un metodo di studio personalizzato. Su questo sito puoi trovare materiali, strumenti e informazioni completamente gratuite per approfondire le difficoltà scolastiche, potenziare al massimo la didattica inclusiva e il benessere psicologico a scuola.

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