In questa giornata vorrei lasciare spazio proprio a loro, a chi è vittima, ma non sa di esserlo o non accetta di esserlo.Riconoscere di subire violenza, specialmente una violenza psicologica, che è più sommersa e subdola,è un momento estremamente doloroso perchè si prende consapevolezza che la persona che si ha accanto non è una persona che fa bene, che non ama davvero nonostante tutti i sogni e i progetti, e io divento consapevole di aver permesso e tollerato tutta una serie di azioni e di parole che non ci dovevano essere. "Le persone intorno a me mi dicono che sbaglio, devo dire basta, devo avere le palle di chiudere, "il mare è pieno di pesci", merito altro...le persone dicono un sacco di cose e forse hanno anche ragione. Ma io non ci riesco", sono pensieri comuni di chi è intrappolato in questo circolo vizioso. E il non riuscire ad uscirne, le pressioni continue del mondo esternoche dicono cosa devi fare amplificano un sentimentodolorosoe difficile da tollerare: la vergogna e la paura delle conseguenze. Ed è proprio la vergogna, la paura del giudizio, delle etichette, di ciò che sarà dopo che porta le persona ad isolarsi e a non avere la forza di chiedere aiuto.
Se sei un amico, un parente o un familiare che vede una persona cara intrappolata in questo circolo vizioso la cosa più preziosa che puoi fare è non lasciarla sola. Offri il supporto che puoi, ascolta, dai tempo, abbi pazienza. Sarà frustrante a volte, ma la tua presenza non giudicante è un salvagente. La vera sconfitta in queste situazioni è pensare che chi non vuole aiuto merita la sua condizione.
Ricorda che puoi chiedere supporto ad uno psicologo nel percorso di sostegno a questa persona in modo da capire al meglio come muoverti e come tutelare te e lei. I centri antiviolenza offrono ascolto anche alle persone vicino alle vittime. Se desideri maggiori indicazioni o info su questa tematica contattami