Vivere con l’ansia può dare la sensazione di essere schiavi della propria mente. Parlo spesso durante le mie sedute con persone che vivono quotidianamente con l’ansia clinica e mi raccontano di come spesso hanno la sensazione che sia l’ansia a comandare la loro vita. Sono Elisa Brucoli, psicologa e psicoterapeuta e in questo video ti parlo del modo in cui l’ansia potrebbe influenzare la tua vita e come poterti aiutare.
Chi convive con l’ansia molto forte può trovarsi a dover rinunciare a tantissime cose. Fare una telefonata, guidare, andare al ristorante, fare amicizia, viaggiare e moltissime altre situazioni possono diventare un enorme problema. Le persone che vivono con una forte ansia, si trovano spesso a restare chiuse in casa. Rinunciano ad opportunità e occasioni per paura che possa succedere qualcosa di catastrofico. A volte anche restare a casa da soli può essere un problema. Per queste persone spesso fare le cose da soli è fonte di ansia. Il bisogno di essere accompagnati aumenta moltissimo il senso di frustrazione perchè ci si sente incapaci e dipendenti. Nelle migliori situazioni questa condizione dura pochi giorni o poche settimane. In moltissimi casi, ci sono persone che vivono con l’ansia per anni e anni.
Molto spesso si pensa che questa condizione di ansia cronica sia causata solo dal modo di pensare e che quindi basterebbe rilassarsi un pò e cambiare il modo di vedere la realtà. Sebbene calmare il corpo e trovare strategie di pensiero costruttive siano strategie sicuramente utili di cui spesso parlo in terapia, un passo veramente importante nella cura della propria ansia cronica è accorgersi di tutti quei comportamenti che alimentano la tua ansia. L’ansia diventa cronica soprattutto perchè, giorno dopo giorno, costruiamo delle abitudini che apparentemente ci calmano, ma nel lungo tempo ci incatenano letteralmente ai meccanismi dell’ansia.
Il primo meccanismo che alimenta l’ansia è l’evitamento. L’ansia si cronicizza spesso perchè, gradualmente, evitiamo di fare moltissime cose. Il motivo per cui l’evitamento si instaura è perchè ascoltiamo l’ansia che ci dice che se faremo quella cosa sarà una catastrofe, se andremo in quel luogo staremo male, se vedremo quella persona o se si creerà quella situazione, sarà insopportabile. L’evitamento è una strategia difensiva sana, ci tengo a precisarlo. L’evitamento interviene quando le nostre emozioni, in questo caso l’ansia, hanno livelli di attivazione altissimi e serve per tutelarci. L’evitamento diventa un problema quando iniziamo ad evitare situazioni in cui non c’è un effettivo pericolo di vita, è la nostra mente che ci convince che c’è un pericolo. Evitare di evitare quindi è un primissimo passo per aiutarti ad interrompere l’ansia cronica. So che la sto facendo facile, perchè interrompere questo meccanismo sembra quasi impossibile nei primi momenti, però con pazienza e gradualmente noterai che meno eviti, più bassi saranno i tuoi livelli di ansia. Ridurre l’evitamento è come un allenamento. Le prime volte che ti alleni dopo magari parecchio tempo di sedentarietà sentirai resistenza da parte del tuo corpo, ma gradualmente aumenterai la flessibilità corporea e il movimento smetterà di essere un problema. Ecco, con il cervello accade più o meno la stessa cosa. Ogni volta che desideri fare una cosa, ma provi discomfort nel metterla in atto, è perchè stai mettendo in discussione l’ansia e le storie catastrofiche che ti racconta. Con l’azione dimostri al tuo cervello che non è proprio vero che sarà una catastrofe e, anche se magari non sarà facile fare quella cosa, vedrai che in realtà potrai affrontarla e cavartela. Ed è per questo che con il tempo, chi riesce ad uscire dal ciclo dell’evitamento torna a vivere normalmente, anzi a volte anche a fare più cose di prima, mai immaginate. Il continuare a evitare situazioni genera una spirale negativa in cui gradualmente la persona si trova a non fare più niente. è come se il cervello diventasse gradualmente sempre più ipostimolato, ci si disabitua a fare cose. Questa ipostimolazione può portare addirittura ad avere paura di uscire di casa e a non essere più abituati alle interazioni sociali, ad andare nei locali, nei ristoranti, a fare sport o andare a lavoro.
Un altro problema che si associa all’ipostimolazione, è che non solo si inizia ad avere paura di praticamente tutto, ma la riduzione delle attività porta ad avere sempre più tempo per pensare e naturalmente i pensieri non sono positivi. Le persone con ansia cronica possono infatti trovarsi a pensare quasi tutta la giornata a situazioni castrastrofiche, negative, tutte modalità di pensiero che paradossalmente alimentano l’evitamento. Il fare sempre meno quindi svuota anche la testa che si riempie di pensieri negativi. Il problema vero, però non è tanto avere questi pensieri, anche perchè spesso molti di loro sono automatici. Il problema di chi sperimenta l’ansia cronica è che crede a tutti i suoi pensieri. E’ come se si fondesse con i suoi pensieri, non c’è più differenza tra pensiero e realtà.
Un altro meccanismo che tiene attiva la tua ansia è stravolgere la tua routine. Come ti dicevo prima, la riduzione delle attività può portarti anche a modificare le tue abitudini quotidiane. Dormi meno o dormi troppo, mangi meno o mangi troppo, tutte situazioni che hanno una correlazione con il tuo stato di ansia. Aiutarti a mantenere una routine regolare cercando soprattutto di curarti e occuparti dei tuoi bisogni è un aspetto essenziale se vuoi ridurre il tuo livello di ansia. Con routine regolari intendo curare le tue attività quotidiane e specialmente curare il tuo sonno e la tua alimentazione. Mangiare pasti regolari, non saltare pasti, evitare di abbuffarsi o alimentarsi in modo poco vario. Il sonno è essenziale per il nostro benessere psicofisico e il cibo è vita, altrettanto essenziale per aiutarti a stare bene e regolare il funzionamento biochimico del tuo corpo. Le carenze alimentare e la deprivazione del sonno possono portare ad aumentare i sintomi ansiosi, alimentando il circolo vizioso di malessere
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Un altro meccanismo che influenza moltissimo l’ansia cronica è il perfezionismo e la procrastinazione. Ti ho parlato di perfezionismo in modo approfondito in un articolo qui sul sito che ti invito a leggere se vuoi approfondire. Il perfezionismo e la forte autocritica possono portarti ad iperresponsbailizzarti e a non fidarti di nessuno. Tantissime persone con l’ansia cronica pensano di dover fare tutto loro, che dipenda tutto da loro e non riescono a delegare. Il problema è che questo meccanismo rende eccessivamente rigidi e alimenta lo stato di allerta e tensione. Il perfezionismo rende anche difficile l’uscire dalla zona di comfort alimentando lo stato di evitamento di cui parlavo prima. Paradossalmente si aspetta il momento perfetto per affrontare le proprie ansie, il problema è che questo non arriva mai e si resta bloccati.
Un ultimo meccanismo che potresti notare e che tiene attiva la tua ansia è la ricerca continua di rassicurazioni. Naturalmente non c’è niente di male nel cercare aiuto da parte degli altri, anzi! In questo caso mi riferisco ad un bisogno continuo del supporto esterno che diventa in realtà una strategia di evitamento da sè stessi. Continuando ad aver bisogno delle rassicurazioni degli altri stiamo in realtà svalutando la nostra capacità interna di affrontare le cose. Chiedi aiuto, ma fai attenzione e nota se in realtà la richiesta di aiuto dell’altro non è magari una strategia di autosabotaggio.
Come dico sempre, se senti di non riuscire a gestire tutti questi punti puoi chiedere aiuto ad uno psicoterapeuta. Io ad esempio lavoro spesso con persone con l’ansia cronica e le aiuto a capire e conoscere la loro ansia per poi costruire un percorso personalizzato per aiutarle ad affrontare tutti i punti di cui ti ho parlato.