Il nostro dialogo interiore critico può essere anche utile, non fraintendentemi. L'essere critici con sè stessi é un meccanismo che ci permette di crescere, migliorarci e ritrovare la strada quando ci sentiamo persi. Come nella gran parte delle situazioni, dobbiamo prestare molta attenzione all'effetto che i nostri pensieri hanno su di noi. Quando criticarsi interiormente aumenta il malessere, l'ansia e a volte anche i vissuti depressivi, dobbiamo lavorare su questo meccanismo per capire quanto effettivamente ci è di aiuto.
Tutti noi, chi più chi meno, abbiamo dentro di noi una voce, una parte critica. Molte delle persone che seguo in consulenza la definiscono "Giudice interno" o "Critico interiore". Il passaggio di identificare e riconoscere quando questa parte di noi interviene, é importantissimo. Non siamo noi ad essere pesanti, critici o svalutanti. È spesso una parte di noi che prende il sopravvento.
Come si riconosce questa parte?
Questa voce interiore ipercritica può commentare praticamente qualsiasi cosa con l'effetto di buttarci giù. Se ci viene in mente un nuovo progetto ci dirà che in realtà è una pessima idea, se vogliamo andare da qualche parte potrebbe dirci che succederà qualcosa di catastrofico e ce ne pentiremo, se ci viene voglia di buttarci in qualcosa di nuovo sottolineerà ogni possibile errore. Il suo atteggiamento non è proprio è gentile; diciamo che se sentiste una persona parlarvi in quel modo difficilmente vi verrebbe voglia di starci insieme.
Di primo impatto, quindi, si pensa che questa parte vada eliminata e zittita. Siccome non ci aiuta, andrebbe eliminata. Eh fosse facile, oltre al fatto che potrebbe non essere neanche utile. Molte persone identificano questa parte critica con il perfezionismo.
Durante le consulenze di psicoterapia è molto importante riconoscere quando questa parte interviene e, soprattutto, aiutarsi a capire perchè arriva. E spesso questo critico interiore è una parte di noi che ha tanta, tantissima paura specialmente del nuovo e quando arriva, arriva per proteggerci. So che può sembrare paradossale, ma moltissimi dei nostri meccanismi mentali e comportamentali, anche se potenzialmente dannosi e controproducenti, hanno una funzione di protezione.
La nostra parte ipercritica arriva spesso per aiutarci a sopravvivere, ci vuole tenere al sicuro. Ma il vero problema si crea quando questa voce ci avverte che siamo in pericolo, quando in realtà siamo al sicuro. Creando scenari catastrofici e svalutandoci, la mente vuole farci stare fermi per non farci rischiare.
Semplificando,
per il nostro cervello ciò che è familiare è sicuro, ciò che è nuovo e non familiare è pericoloso.
Ed ecco che è qui che spesso nasce il meccanismo dell'autosabotaggio. Torniamo sempre dove siamo già stati, stiamo sempre con le persone familiari, facciamo sempre le stesse cose. E badate bene che non c'e nulla di male in tutto ciò se stiamo bene e al sicuro. Ma il tornare al familiare può essere distruttivo se non è quello di cui abbiamo davvero bisogno. Questa voce ipercritica, se ottiene troppo potere nella nostra vita, può autosabotarci in moltissime situazioni e impedirci di esprimere il nostro potenziale. Ci tiene bloccati, non rischiamo per paura di sbagliare, non evolviamo, sceglierà sempre ciò che è comodo anche se stantio.
Il cambiamento per la nostra mente è scomodo e frustrante. Ogni volta che proviamo a interrompere l'autosabotaggio e andiamo nella direzione del nuovo, la parte critica troverà sempre il modo per fermarci. Conoscere questi meccanismi può aiutarci a riflettere sui nostri meccanismi interiori cosicché possiamo cominciare ad interrompere il pilota automatico con cui viviamo la quitidianità, per iniziare a farci qualche domanda e modificare i nostri comportamenti. Non è affatto facile fare tutto ciò, ma per esempio, durante un percosso di psicoterapia si può lavorare su queste dinamiche interiori. Durante le mie consulenze, ad esempio:
- identifichiamo questa parte
- ascoltiamo cosa dice
- come si è costruita?
- quali situazioni hanno contribuito a rafforzarla?
- individuiamo quali credenze si sono costruite nel tempo e hanno portato ad autosabotarti.